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domenica 15 aprile 2012

L'invasione di...cemento / The invasion of...concrete

I dati della cementificazione dell'Italia sono sempre più preoccupanti.
Secondo l'Istat dal 1990 al 2005 sono stati consumati 3 milioni e 663 mila ettari di superficie agricola: in altre parole ci siamo mangiati una serie di campi grandi quanto il Lazio e l'Abruzzo.
Se in passato la crescita delle città era unicamente collegata all'aumento della popolazione urbana, oggi - nonostante in tutta Europa la crescita demografica sia molto ridotta o addirittura assente - l'urbanizzazione è un fattore totalmente fuori controllo. I dati, inoltre, mostrano che su 28 milioni di case, più del 20% (ben 6 milioni) sono seconde e terze case. Ci dobbiamo allora chiedere: serve veramente costruire nuove abitazioni e sottrarre altro verde alle nostre città o sarebbe opportuno riqualificare le tante periferie degradate?
Bisogna tener conto che i consumi di suolo sono irreversibili e il territorio non è infinito.
I nostri amministratori dovrebbero prevedere strumenti urbanistici che non contengano previsioni di crescita dell'insediamento, niente di rivoluzionario visto che in Germania è prassi comune!
Nel 1998 la legge Merkel ha definito obiettivi imperativi di riduzione dei consumi di suolo a scopi di urbanizzazione. Tale legge fissa la soglia massima a 30 ettari al giorno entro il 2020 e mira ad arrivare ad una crescita zero entro il 2050.
In Italia la situazione è decisamente diversa e i nostri amministratori per seguire l'esempio tedesco dovrebbero rinunciare ai cospicui introiti di urbanizzazione. Infatti dal 2001 una legge del governo Amato autorizza i Comuni a utilizzare il 50% dei soldi che i costruttori versano per contribuire alle spese di urbanizzazione e con il Decreto Milleproroghe del 2009 siamo passati al 75%.
Siamo nella poco felice situazione che i comuni per far cassa svendono il loro territorio. Bisogna cambiare e fare qualcosa per evitare di perdere quel poco di "verde" che ci rimane.



The data of the overbuilding in Italy are definitely worrisome.
According to ISTAT (The National Institute of Statistics) from 1990 to 2005, 3 million 663 thousand hectares of agricultural area were consumed: in other words we ate a surface of fields as large as the whole of Lazio and Abruzzo region.
In the past the growth of cities was solely related to the increase of urban population. Nowadays – even if population growth in Europe is much reduced or absent urbanization is a factor totally out of control. The data also show that about 28 million homes, more than 20% (as many as 6 million) were second and third homes.
We should, therefore, ask ourselves a basic question: do we really need to build new homes and destroy green areas or wouldn't it be more appropriate to re-develop many degraded suburban areas?
It must be remembered that the consumption of soil is irreversible and that our land is not infinite.
Our administrators should provide planning tools that do not only set up an increase of settlements: nothing revolutionary since it is a common practice in Germany!
In 1998 a Merkel law fixed an imperative reduction of land use. Such law sets the upper limit of 30 hectares per day by 2020 and aims at achieving zero by 2050.
In Italy the situation is somewhat different and our administrators should follow the German example and give up with the incredible incomes of urbanization.
In fact, since 2001 a law passed under the Amato government authorizes municipalities to use 50% of the money paid for the urbanization to fill their coffers. Moreover,  the 2009 Milleproroghe Decree raised such percentage up to 75%.
We are witnessing the selling of our land. We need to change and do something to do not lose the scant green areas we have.





Per approfondimenti:
http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/cemento-spa-legambiente-presenta-il-dossier-su-mafia-corruzione-e-abusivismo-ed


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